bonagia

Valorizzare l’unica area verde del quartiere popolare dove ci sono 1600 bambini e adolescenti iscritti nei sei plessi dell’istituto Mattarella-Bonagia. A chiederlo è la scuola insieme alle famiglie, agli studenti e alle associazioni coinvolte nel progetto #PASSepartout

PALERMO – Valorizzare l’unica area verde del quartiere popolare Bonagia, dove ci sono 1.600 bambini e adolescenti iscritti nei sei plessi dell’istituto Mattarella-Bonagia. A chiederlo è la scuola insieme alle famiglie, agli studenti e alle associazioni coinvolte nel progetto PASSepartout. Lo spazio pubblico del quartiere popolare che appartiene al comune non è in funzione da anni, sebbene al suo interno abbia un edificio abbandonato con campetto di calcio, spazio-bocce, pattinaggio e degli spogliatoi. E’ un’opera incompiuta, in stato di degrado da molti anni, lasciata in balia solo di atti vandalici.

Palermo, studenti con striscione Bonagia
“Vogliamo un parco giochi attrezzato per lo sport, uno spazio verde più pulito e un posto sicuro dove ritrovarci con i nostri amici”. Sono queste le richieste di un gruppo di studenti dell’istituto comprensivo Mattarella Bonagia che, nei giorni scorsi, sono scesi in strada dando vita ad una piccola protesta e chiedendo il recupero dell’unico parco verde del loro quartiere. “Manca l’illuminazione pubblica, non ci sono scivoli o giochi per bambini, mancano i cestini per la spazzatura e le panchine in cui sedersi, inoltre la manutenzione non viene fatta con costanza – continuano i ragazzi -, così capita di frequente di vedere chiodi sporgenti e arrugginiti e le recinzioni che circondano l’area danneggiate. Chiediamo più attenzione per questo spazio verde, vorremmo poterlo frequentare anche assieme alle nostre famiglie e ai fratellini più piccoli”.

“Insieme al sostegno forte delle nostre famiglie l’obiettivo è quello di restituire al quartiere uno spazio che potrebbe diventare un polo ricreativo e culturale significativo – sottolinea Enza Muratore, preside dal 2013 dell’istituto comprensivo Mattarella Bonagia -. L’autogestione del luogo potrebbe essere una forma di pedagogia urbana di auto-responsabilità delle famiglie insieme alle associazioni. Da sempre, infatti, crediamo nella collaborazione tra la scuola e la comunità territoriale. Nel quartiere periferico, che è molto esteso, abbiamo una rappresentanza molto variegata di famiglie con necessità diverse; ci sono zone più degradate anche con persone in povertà e altre, invece, in cui ci sono famiglie di lavoratori. Abbiamo anche disoccupazione e fenomeni di microcriminalità, come in tutte le periferie lontane dal centro della città. I collegamenti pubblici sono pochi e, poiché ci sono pochissimi servizi, la scuola è l’unica istituzione che cerca di fronteggiare i diversi bisogni, spesso mettendosi in collegamento con le altre istituzioni. Oltre alla valorizzazione del quartiere, la sfida della scuola è anche quella di fare conoscere ai bambini che esistono realtà diverse dalla loro. Allontaniamo in questo modo il rischio che possano rimanere chiusi ed emarginati dal resto della città a causa delle poche opportunità che hanno di muoversi fuori dal quartiere”.


“Crediamo molto nel ruolo della scuola ma anche nella valorizzazione del territorio in cui abitiamo – aggiunge la presidente del Consiglio di istituto, Oriana Pergolizzi, che è mamma di due ragazzi di 9 e 13 anni -. Se lo spazio venisse sistemato potrebbe anche diventare un luogo per il tempo d’estate per i nostri figli, aperto anche ad attività per i genitori. Lo stato di forte abbandono in cui si trova per il momento questa area diventa purtroppo anche fonte di pericolo, soprattutto per i più piccoli, perché è un posto dove può avvenire di tutto”.

La protesta degli studenti si è svolta in occasione di un Peditour, una delle passeggiate per la promozione della cittadinanza attiva e per la cura degli spazi comuni, organizzata in seno a “PASSepartout”, progetto contro la dispersione scolastica e la povertà educativa sostenuto dall’impresa socialCon i Bambini che sta coinvolgendo la comunità educante e gli istituti comprensivi “Mattarella–Bonagia”, “Antonino Caponnetto”, “Russo-Raciti” e l’I.I.S.S. “Ernesto Ascione” dei quartieri Villagrazia-Falsomiele, Borgo Nuovo e Tommaso Natale.

“In rete con la scuola, con i ragazzi abbiamo lavorato per una presa di coscienza dello spazio – afferma Eliana Poderati, dell’Associazione Vento Sociale – e di come si potrebbe recuperare per renderlo fruibile a tutti. L’iniziativa ha permesso ai giovani di lavorare sul senso di appartenenza alla propria comunità, sul tema della rivendicazione dei propri diritti e sulla capacità di rallentare il passo e potersi guardare attorno, riflettendo su cosa è stato un luogo, cos’è e cosa potrebbe essere. In particolare, il progetto si propone di connettere scuole e quartieri diversi in un lavoro sinergico di scambio e sviluppo di iniziative. Si va dal supporto scolastico rivolto ai minori che frequentano le scuole, agli interventi mirati per il coinvolgimento degli alunni a rischio drop out, che rischiano cioè di abbandonare la scuola prima del completamento del percorso di formazione, o già dispersi (sono previsti percorsi per il conseguimento della licenza media), e ancora alle attività di sviluppo e rinforzo delle competenze abbinate a momenti di orientamento e consulenza psicologica”.

Ringraziamo la giornalista Serena Termini dell’Agenzia di stampa; Redattore Sociale per il prezioso approfondimento

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