ALIMENTAZIONE E OBESITA’ INFANTILE
NUTRIRSI BENE MA MANGIARE CON GUSTO
È importante creare una buona relazione con il cibo fin dalla prima infanzia. Perché è nei primi 3 anni di vita che il bambino instaura le proprie abitudini alimentari ed è quindi importante abituarlo a un’alimentazione sana.
Nei primi due anni della vita dei bambini, con un’alimentazione consapevole, contribuiamo a crearne la memoria cellulare – ma tutti possiamo correggere, anzi resettare eventuali danni del passato o un’alimentazione non sana avvenuta fino ad oggi, imparando a mangiare correttamente.
EDUCAZIONE ALIMENTARE
Il cervello, per funzionare bene fin dalle prime ore del mattino, ha bisogno di nutrimento adeguato
I genitori sono l’esempio per i figli: Una corretta alimentazione non è solo una questione di tendenza o un fattore collegato all’estetica. Una dieta sana aiuta a prevenire malattie cardiovascolari e il presentarsi di alcune patologie. Per questo diventa fondamentale una giusta educazione alimentare fin dai primi anni di vita e ancora di più in fase scolare.
IN ADOLESCENZA…
L’educazione alimentare è fondamentale in adolescenza. L’età più critica in cui si alimenta il possibile cattivo rapporto con il proprio corpo, e dunque il rischio di insorgenza di disturbi alimentari è, infatti, proprio quello dell’adolescenza. I genitori possono contribuire molto, anche con le parole e la condivisione del pasto, nel limitare o favorire l’incremento di peso, o lo sviluppo di anoressia o bulimia, nei propri figli.
OBESITA’ INFANTILE: I BAMBINI SONO LA CATEGORIA Più A RISCHIO
E’ SOVRAPPESO O OBESO: QUASI UN MAGGIORENNE SU DUE E UN BIMBO SU 3
Scorrette abitudini alimentari, unite alla sedentarietà, hanno reso il sovrappeso un problema per un italiano su due.
Secondo l’Istat, nel 2015 il 45,1% della popolazione maggiorenne era in eccesso di peso (il 35,3% in sovrappeso e il 9,8% obeso). I bambini e gli adolescenti in eccesso di peso raggiungono la quota considerevole del 24,9%.
IN SICILIA…
- Nel 2016 uno studio pone la Sicilia tra le 6 regioni italiane con il maggior tasso di obesità infantile. La situazione si aggrava se si considera l’assenza di attività fisica e il troppo tempo trascorso davanti al pc o al cellulare.
- Un altro dato allarmante è la quasi totale assenza di frutta e verdura nelle diete dei bambini. La tendenza vede diete ricche di zuccheri e grassi, apportati anche da bevande confezionate e prive di frutta e verdura.
- Mancanza di una colazione adeguata, o addirittura assente con conseguente calo di attenzione e di pressione fin dalle prime ore di lezione, alle quali segue una merenda spropositata sia per il tempo che per le necessità fisiologiche.
È importante considerare che nei bambini e negli adolescenti la massa grassa non solo aumenta in valori assoluti con l‘età, ma il suo rapporto con peso e altezza cambia fisiologicamente nel tempo e in maniera diversa fra i due sessi, rendendo la diagnosi di sovrappeso e obesità più complessa. Di conseguenza non esiste e non può esistere un unico valore che definisca il sovrappeso o l‘obesità, indipendentemente dall‘età e dal sesso, come avviene per gli adulti. È importante rivolgersi sempre al pediatra e al medico curante.
- Secondo l’Oms, nel 2014, 41 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni di età erano in sovrappeso o obesi e il 60% di coloro che sono sovrappeso prima della pubertà saranno adulti sovrappeso.
- In Europa il numero di bambini in sovrappeso è in crescita continua: attualmente 1 bambino su 3 tra i 6 e i 9 anni è in sovrappeso o obeso.
- Nel nostro paese, i bambini in sovrappeso sono il 20,9%
- I bambini obesi sono il 9,8%, compresi i bambini severamente obesi che da soli sono il 2,2%.
- Ai chili di troppo si aggiunge la sedentarietà: i dati indicano che il 18% pratica sport per non più di un’ora a settimana, il 42% ha la Tv nella propria camera, il 35% guarda la TV e/o gioca con i videogames più di 2 ore al giorno e solo 1 bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta.
Non sconfiggere l’obesità negli adulti di domani significherà veder crescere ancora di più l’incidenza delle malattie non trasmissibili, e del loro peso economico e sociale.