ALIMENTAZIONE SELETTIVA
L’alimentazione selettiva descrive il comportamento di bambini che limitano la loro alimentazione ad una gamma ristretta di cibi preferiti, rifiutandosi di mangiare altri cibi conosciuti o di assaggiarne di nuovi.
Se il rifiuto di mangiare cibi nuovi e la tendenza ad accettare solo pochi alimenti si mantiene nel tempo, è opportuno chiedere consiglio al pediatra e confrontarsi con uno psicologo dell’età evolutiva perché potrebbe trattarsi di un problema di alimentazione selettiva.
In genere i bambini che presentano un problema di alimentazione selettiva mangiano volentieri solo 5-6 tipi di cibi, soprattutto carboidrati come pasta, pane o biscotti.
I rischi legati all’alimentazione selettiva riguardano la possibilità di perdere peso o non raggiungere il peso previsto per la l’età, sviluppare carenze nutrizionali dovendo ricorrere ad integratori specifici, evitare situazioni sociali (compleanni, feste) che prevedano il consumo di cibo.
Quali sono i comportamenti campanelli d’allarme?
- il bambino mangia con lentezza, deve essere spesso sollecitato perché finisca quello che ha nel piatto, dice di sentirsi sazio dopo aver ingerito pochi bocconi;
- mangia solo le sue pietanze preferite;
- non mostra interesse per il cibo, si distrae mentre mangia;
- mangia alimenti solo se vengono camuffati all’interno di pietanze o bevande che apprezza (McCormick e Markowitz)
Alimentazione selettiva: errori da evitare
- No alle minacce che aggirano solo il problema e possono aumentare l’avversione del bambino per il momento dei pasti
- No alla sostituzione del cibo con snack, merendine pur di fare mangiare il bambino.
- No a tv, tablet, smartphone come diversivoper cercare di far ingerire al bambino cibi poco graditi senza che se ne renda conto
Qualche suggerimento:
si potrebbe iniziare a diversificare le pietanze proposte nei colori, odori e consistenza, utilizzando gli alimenti che il bambino già mangia e rispettando le spontanee inclinazioni mostrate dai figli.
Potrebbe essere importante eliminare la pressione a mangiare utilizzando frasi come: ‘Assaggia questo minuscolo chicco e dimmi cosa ne pensi‘.
Focalizzarsi sull’educazione alimentare più che sul mangiare: esplorare il cibo è infatti più facile quando è completamente slegato dall’alimentarsi. Parlare del cibo in termini di gusto, aroma, apparenza, consistenza, temperatura, suono, origine, prima che i bambini ne mettano un boccone in bocca. Più informazioni sanno, più coraggiosi saranno.
Proporre uno stesso cibo più volte. Una ricerca sull’alimentazione selettiva condotta da Wardle, Cornell & Cooke nel 2005 ha dimostrato che i bambini hanno bisogno di vedere un cibo 15 volte prima di fidarsi di assaggiarlo
Cucinare insieme può essere un’attività utile; se infatti l’obiettivo non è solo quello di far mangiare al bambino ciò che è stato preparato, può aiutare i figli a prendere maggiore confidenza e familiarità con gli alimenti. Questa attività inoltre soddisfa le esigenze affettive, la spontanea curiosità del bambino, il desiderio di sentirsi grandi e importanti, l’imitazione dei genitori e anche l’appetito.
Rivolgersi sempre al pediatra e magari confrontarsi con uno psicologo dell’età evolutiva